L’uomo è un esploratore. Trova reperti, scava, formula teorie, indaga, manipola cose e situazioni per trarne vantaggio. L’ uomo è uno scienziato. Fa esperienze, esperimenti, si pone quesiti e trova risposte anche nei fallimenti. L’uomo è ottimista, pessimista, buono e cattivo. È vittima e carnefice è un universo nell’universo e ogni sua cellula pulsa all’unisono con il cuore della terra, anche se non lo sa.
Tutto ciò che un uomo è lo si scorge attraverso i suoi occhi, comete incandescenti e liquide; è lì che lo shen ( concetto della energetica cinese) trova un canale privilegiato per manifestare i suoi molteplici significati tra cui scintilla divina, energia vitale, cuore, accoglienza, anima, luminescenza, bellezza. Pino Ferroni mi ha introdotto al concetto di shen, di bellezza e ho scoperto che da sempre, pur senza conoscerne l’esistenza, indago sulle possibilità di renderlo visibile attraverso il disegno, la scrittura, l’illustrazione... posso rappresentare molteplici soggetti e farlo con varie tecniche ma il mio dovere e scopo è quello di rendere manifesto il concetto di shen. Suppongo che l’uomo abbia un unico preciso scopo, recuperare il proprio concetto di bellezza e esprimerlo attraverso il suo talento individuale.
Evento "The Duty of Beauty"
Mostra personale tenutasi presso Studio Atelier "Make & Show"
Via Isacco Newton, 9D Villa Gaida - Reggio Emilia
Duty of beauty
Davanti ai quadri di Veronica la prima sensazione è stata quella di trovarmi davanti a qualcosa di autentico e nello stesso tempo ho sentito l’impulso di cercare cosa c’è “dietro” le immagini. Perché per me, l’arte di Veronica va oltre il concetto comune che si ha della bellezza, anche se, ad un primo sguardo ti viene spontaneo esclamare: che bello! Invece il vero significato delle sue opere risiede al di là di questa apparente bellezza, al di là del mondo apparentemente femminile e delicato; nelle sue opere che c’è molto di più, qualcosa di molto intenso e profondo si cela all’interno di ognuno dei suoi quadri.
Oserei dire anche che la bellezza dei quadri di Veronica è una bellezza quasi “scomoda”, nel senso che noi guardiamo quello che l’artista ci restituisce, dopo aver scrutato il mondo con uno sguardo obiettivo, perciò quello che ci restituisce è un mondo di una strana bellezza, fatta di sguardi di un'intensiità abissale che sembrano interrogarci continuamente e chiederci “perché".
Per dirci tutto questo l’Artista evade dalle convenzioni del ritratto, ingigantendo e enfatizzando in maniera quasi espressionistica l'io interiore di ognuno dei suoi personaggi. Sul viso di ognuno di loro troviamo stampato un miscuglio di spavento, meraviglia, paura della morte e della vita, coraggio di esistere, e in fondo in fondo, la speranza, quella luce brillante che irrompe dagli occhi grandi con i quali i ritratti di Veronica ci guardano. Forse può sembrare un po' strano, ma sotto questi sguardi ci sentiamo un certo senso inadeguati, impotenti, pare che ci ritroviamo nell'impossibilità di dare una risposta giusta o almeno una banale alla domanda che questi grandi occhi sembrano inviarci: perché la sofferenza, l’ingiustizia, il senso del vuoto e del nulla?
Perché sia i disegni, ma soprattutto gli affreschi,( coraggiosa scelta per un’artista moderna), collocati in un non-luogo e in un non-tempo, sono carichi di una rara forza visuale, esprimendo il dramma vissuto ogni giorno da milioni di bambini, nati nel mondo “sbagliato”.
L’arte di Veronica, ad uno primo sguardo, ti inganna con la grazia della linea sinuosa e morbida e con la dolcezza dei colori tenui e pastello, ma questo è solo apparenza, ciò che l’Artista ci ha voluto trasmettere, il vero significato è altro, è una verità nascosta nei “camerini” del mondo, è la realtà da dietro il sipario, una realtà dolce-amara innestata sull'ingenuità dell'età dei protagonisti di questi quadri.
Dopo che abbiamo ammirato le capacità artistiche di Veronica, nel momento in cui cerchiamo di approfondire il senso della sua arte, quci sentiamo a disagio, ci sentiamo quasi colpevoli e responsabili, perché l’Artista, in realtà, ci racconta i grandi problemi del mondo, a noi, quelli che stanno vivendo la propria esistenza senza grandi drammi, senza turbolenze, un’esistenza dove le grandi tempeste sono solo interiori.
E laddove noi non troviamo delle risposte, l’Artista, che sembra avere un senso in più e un occhio in più rispetto alla maggior parte della gente, dopo aver sorvolato oltre i limiti della percezione comune, ci mette davanti alla complessa realtà, cioè ci mette davanti ai suoi quadri considerando che è suo dovere mostrarci ciò che ha visto. Perchè l’artista è come un soldato, la propria vita non le appartiene, la sua vita è dedicata a ciò che considera il suo dovere: farci vedere il Bello del mondo, soprattutto quello che si nasconde dietro gli sguardi amari, dietro gli occhi chiusi, dietro le lacrime, dietro al sorriso. Il dovere di mostrarci l'essere umano nella sua dimensione poliedrica, così come emerge dalle parole dell'artista stessa per la quale l’essere umano è allo stesso tempo creatore, distruttore, ottimista, pessimista, innovatore, retrograda, temerario, debole. Un essere che cerca sempre, ma riesce raramente e con tanta difficoltà a restare nel fragile equilibrio ,in bilico tra due mondi: quando correndo sui tetti roventi dell'inferno e quando meditando all'ombra dei ciliegi fioriti. Due mondi che insieme rappresentano sia l’unità che la dualità del nostro essere, talvolta tenebroso, talvolta etereo, ma che cerca, spesso inconsciamente, la bellezza come necessità primordiale, vitale, come l'aria, come acqua e il cibo, come soluzione all’effimero della nostra esistenza.
Questo intenso messaggio lo ritroviamo nelle opere di Veronica e tutto ciò fa di lei un'artista aderente alla quotidianità e ai suoi tornanti.
Nel mondo dei selfie, dell’ artificialità, della bellezza come apparenza, come illusione, come moneta di scambio, Veronica ci fa vedere il mondo così come è, senza trucchi e artifici. E’ la bellezza della verità.
E noi, dopo aver visto il mondo attraverso i suoi occhi, aver affrontato gli sguardi interrogativi della sua galleria di ritratti e cercato le risposte, forse senza ancora trovarle, nonostante il disagio che forse abbiamo sentito, ci ritroviamo felici e grati, perché è come se fosse suonata la sveglia interrompendoci l’ingannevole sonno della ragione. E ci ritroviamo svegli, con un bisogno vitale di nutrirci di arte, di impressioni, di meraviglia e i morsi della fame di bellezza riusciamo a placarli semplicemente guardando attorno, nella mostra Duty of Beauty che Veronica D'Onofrio ci offre come Dono alle nostre anime.
Georgeta Fudulache
Docente di Arte e Artista